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mamma amica

IL METODO ABA

2023-06-17 09:28

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Ho chiesto ad un'amica, che stimo molto professionalmente, di scrivere qualcosa sul metodo ABA, metodo


 


conosciuto probabilmente più per l'utilizzo in caso di autismo ma, in realtà, efficace anche in altri ambiti .


 


L'articolo è stato scritto dalla Dott.ssa Cimino, esperta in processi formativi, per l'esattezza


 


esperta in metacognizione, metodo Feuerstein.


 


Grazie Marinù per il tempo che mi hai dedicato:)


 


 


 


 


L'ABA è un insieme di procedure  finalizzate all'analisi e alla modificazione del comportamento.


 


L'ABA viene utilizzato con soggetti affetti da Disturbo dello  spettro dell'autistico così definite nel dettaglio, secondo il


 


DSM-5:


 


- Compromissione grave e generalizzata in 2 aree dello sviluppo: capacità di comunicazione e interazione sociale.


 


- Deficit della reciprocità socio-emotiva (es. ridotta condivisione di interessi o emozioni)


 


-Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali utilizzati per l’interazione sociale (es. contatto oculare)


 


-Deficit dello sviluppo, gestione e comprensione delle relazioni (fare amicizia)


 


-Area degli interessi e delle attività


 


-Movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati


 


-Insistenza nell’immodificabilità


 


-Interessi molto limitati


 


-Iper o Ipo reattività in risposta a stimoli sensoriali.


 


 


La storia dell'Analisi del Comportamento inizia quando nel 1938 B.F.SKINNER, il più grande scienziato del


 


comportamento al mondo, pubblica i risultati delle sue ricerche in " the behavior of organism: an experimental


 


analisys".


 


Egli dimostra in modo scientifico che un comportamento, se seguito da conseguenze positive, in futuro è più probabile


 


che si manifesti in situazioni simili, per dimostrare ciò, costruisce una situazione sperimentale all’interno della quale


 


un topo in una gabbia (la famosa “Skinner BOX”) preme casualmente una leva. Questo comportamento aziona un


 


erogatore di formaggio


 


Skinner registra un aumento di frequenza di quel comportamento (il numero delle volte in cui il topo preme la leva).


 


In altre parole il topo impara che il comportamento “premere la leva” è funzionale per raggiungere una conseguenza


 


positiva: mangiare il formaggio.


 


Questo è il   PRINCIPIO DEL RINFORZO POSITIVO


 


Nel 1953 in “Science and Human Behavior” Skinner  estende i risultati delle sue ricerche al comportamento umano”.


 


Il principio del rinforzo è così definibile: se in una determinata situazione, uno specifico comportamento è


 


immediatamente seguito da una conseguenza positiva, allora la probabilità che in futuro la persona manifesti lo


 


stesso comportamento, trovandosi in situazioni simili, aumenta.


 


Nel laboratorio di Skinner:


 


la conseguenza positiva cioè ricevere il formaggio, è definita RINFORZATORE, quindi, una caramella,  la possibilità di


 


giocare alcuni minuti con il tablet o di guardare la TV sono definibili come “rinforzatori” se aumentano la probabilità di


 


emissione del comportamento, eseguito in precedenza.


 


Facciamo un esempio: se un bimbo che ha fame dice alla mamma “pane!” e la mamma immediatamente gli da un


 


pezzo di pane, in futuro è più probabile che il bimbo metta in atto lo stesso comportamento (dire “pane”) in una


 


situazione simile.


 


Oppure, se un bimbo ha sete, ma non ha ancora imparato a comunicare i suoi bisogni, e quindi comincia a piangere e


 


gridare e la mamma immediatamente gli versa un bicchiere d’acqua, ecco che in futuro è molto probabile che quando


 


questo bimbo avrà sete metterà in atto lo stesso comportamento (piangere, gridare) che per lui è stato funzionale in


 


passato per il raggiungimento del suo scopo.


 


Come detto negli esempi precedenti sia chiedere " pane" sia " piangere e gridare" per il bambino sono comportamenti


 


funzionali, utili, per raggiungere il suo scopo, ma il primo è un comportamento adeguato e quindi va rinforzato, il


 


secondo "piangere e gridare" non è un comportamento adeguato, e non va rinforzato.


 


Attraverso i rinforzatori molti comportamenti, desiderabili o non desiderabili, possono essere appresi. Il principio del


 


rinforzo positivo risulta essere utile nell'aumentare un comportamento adeguato.


 


Se al pianto al bambino viene data l'acqua, lui aumenterà il comportamento piangere, apprendendo un


 


comportamento poco desiderabile e apprenderà che per ottenere qualcosa deve piangere e urlare.  


 


Ma c'è anche, Il RINFORZO NEGATIVO, ha lo stesso effetto di quello positivo, ovvero aumenta la probabilità di


 


emissione di una risposta, ma consiste nell’eliminazione di uno stimolo avversivo, di qualcosa che è poco gradita al


 


bimbo.


 


Il termine negativo deve essere inteso come "il levare qualcosa di poco gradito". P


 


Esempio: un bimbo fa tutti i compiti e la mamma per premiarlo gli dice: “sei stato così bravo che per oggi non occorre


 


che tu metta in ordine la tua cameretta”.


 


Come si può notare la conseguenza del comportamento “fare tutti i compiti” per il bimbo è qualcosa di positivo cioè


 


“non occorre che metti a posto la cameretta”. L’effetto di questa conseguenza dunque sarà sempre un aumento della


 


probabilità di emissione del comportamento “fare tutti i compiti”.


 


La differenza dunque sta nel fatto che nel rinforzo negativo vi è l’ELIMINAZIONE di qualcosa di negativo


 


Con il RINFORZO POSITIVO “aggiungiamo” qualcosa di positivo,


 


con il RINFORZO NEGATIVO “togliamo” qualcosa di negativo per il bimbo.


 


Entrambe le conseguenze sono positive per il bimbo.


 


L’effetto è il medesimo, un aumento di probabilità di emissione del comportamento!


 


Non bisogna confondere il rinforzo negativo con la PUNIZIONE con la quale viene ridotta significativamente la


 


probabilità di emissione di un comportamento.


 


Essa consiste nella presentazione di uno stimolo avversivo (PUNIZIONE POSITIVA) o nella sottrazione di uno stimolo


 


positivo ( PUNIZIONE NEGATIVA)


 


 RINFORZATORI  


 


—  RIFORZO POSITIVI - ricevere qualcosa


 


—  RINFORZO NEGATIVO - levare qualcosa di sgradito


 


 


PUNIZIONI


 


—  PUNIZIONE POSITIVA - presentazione stimolo avversivo


 


—  PUNIZIONE NEGATIVA - sottrazione stimolo positivo


 


.


I comportamenti che sono seguiti da rinforzatori si "rafforzano mentre quelli seguiti da stimoli o eventi punitivi si


 


indeboliscono.


 


 Da questi principi generali derivano quindi le PROCEDURE del RINFORZO POSITIVO e NEGATIVO per


 


incrementare un comportamento desiderabile e della PUNIZIONE POSITIVA E NEGATIVA per ridurre invece la


 


frequenza di un comportamento


 


Ma il comportamento non è influenzato soltanto dalle conseguenze!


 


Il comportamento può essere anche sotto il controllo di variabili antecedenti.


 


Lo STIMOLO DISCRIMINATIVO SD è uno stimolo molto importante, perché  “ci informa” che se mettiamo in atto un


 


determinato comportamento possiamo ottenere un rinforzatore.


 


La MOTIVAZIONE (MO) è quella variabile antecedente che rende uno stimolo “rinforzante” per il bambino.


 


Individuare lo stimolo discriminativo è importante per trovare il rinforzatore, quindi ciò che ci servirà per aumentare il


 


comportamento adeguato, la caramella è chiaramente un esempio, anche il desiderio di avere un sorriso, avere detto


 


" bravo" possono diventare Motivazione e sono molto utili per aumentare un comportamento desiderato e quindi


 


diventare degli STIMOLI RINFORZATORI.


 


 Vi sono delle condizioni che alterano temporaneamente l’efficacia di un rinforzatore:


 


La deprivazione, (ovvero quel periodo prima della sessione del training durante il quale il bambino non viene a


 


contatto con il rinforzatore)


 


Esempio: se si desidera utilizzare " la caramella, un abbraccio, il giocattolo preferito ecc." come rinforzatore è utile


 


non utilizzarli durante i periodo di osservazione, per far si che non perdano la loro efficacia e subentri la "


 


saturazione".


 


 la saturazione (quella condizione in cui il bimbo è entrato così tanto a contatto con il rinforzatore che questo perde la


 


sua efficacia).


 


Una volta individuati i RINFORZATORI da utilizzare per insegnare qualcosa al bimbo è importante che l’insegnante


 


non li faccia andare in saturazione.


 


 Per non creare fraintendimenti, che con il termine “deprivazione” non si intende volere per esempio affamare un


 


bimbo facendolo digiunare ma sfruttare la naturale condizione di “fame” per aumentare la probabilità che compaia una


 


richiesta verbale.


 


Pertanto prima di iniziare un training è fondamentale costruire una buona relazione con il bimbo tramite


 


il PAIRING una procedura in cui l’insegnante, presentandosi insieme a giochi e attività molto gradite al bimbo, diventa


 


uno stimolo molto positivo.


 


Se il bimbo è contento quando arriva il suo insegnante significa che c’è stato un buon pairing


 


Prima di utilizzare tale procedura è necessario individuare in modo specifico il comportamento da


 


incrementare: definizione operazionale e non etichette generali!  


 


Per esempio piuttosto che dire “stare attento” è più utile specificare le azioni specifiche “stare seduto, guardare


 


negli occhi l’insegnante, etc.”


 


L’ABA e l’autismo: L’ABA non nasce come intervento specifico per l’autismo e non può essere considerato un metodo;


 


semplicemente, l’applicazione sistematica ed intensiva dei principi comportamentali di base e tecniche e procedure


 


derivate da inserire in un trattamento più ampio.



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