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mamma amica

Se mio figlio è omosessuale

2023-06-17 09:25

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Negli ultimi anni sono arrivati sempre più ragazzi allo studio dopo avere


 


confidato ai loro genitori di essere omosessuali e, da quel momento ,


 


tutto è cambiato.


 


Ognuno di loro ha una storia diversa, una persoanlità


 


diversa; c'è chi è ancora confuso, c'è chi è sicuro di chi è e di


 


ciò che prova, c'è chi ne ha paura. Ma tutti hanno in comune


 


una cosa: hanno paura di non essere accettati dalla famiglia.


 


Non dai coetanei, dagli amici. Da loro c'è subito acettazione e


 


tutto viene vissuto in modo naturale. Ma, a casa, succede


 


qualcosa di diverso.


 


Io sono una psicoterapeuta familiare. Quando un ragazzo arriva


 


allo studio, di qualsiasi problema si tratti, io cerco sempre di


 


conoscere tutta la famiglia. In questi anni, quando si tratta


 


di omosessualità (anche se c'è più apertura rispetto al passato),


 


sono state diverse le richieste fatte dai genitori quando vengono


 


a parlare con me. Qualcuno mi ha chiesto di essere aiutato a fare


 


tornare il figlio 'normale', qualcuno mi ha chiesto di aiutare il figlio a


 


'guarire', qualcuno pensa che sia necessaria una punizione e così


 


mi dice che lo terrà chiuso a casa finchè non capisce che sta


 


'sbagliando'. C'è chi mi dice che accetta la scelta del figlio ma non


 


vuole sapere nulla della sua vita ( quindi a patto che si finga che


 


il 'problema' non esista).


 


La maggior parte dei genitori con cui ho parlato sente il bisogno


 


di prendere le distanze dal figlio. Le frasi più


 


frequenti che mi vengono rivolte sono :" Siamo sempre stati una


 


famiglia normale", "A casa nostra non sono mai successe queste


 


cose", "Abbiamo sempre dato tutto per i figli", "Mio marito ha sempre


 


lavorato per non fargli mancare niente". Come se , avere un figlio


 


omosessuale, significasse avere colpa di qualcosa in quanto


 


genitore. "In cosa ho sbagliato?". Questo si chiedono i genitori.


 


Niente. Nessuno ha sbagliato niente. Semplicemente i figli sono


 


altro da noi. Hanno la loro vita, hanno la loro natura, le loro idee.


 


E, giuste o sbagliate che siano per noi, devono vivere seguendole.


 


C'è un dovere implicito nell'essere genitori: l'accettazione incondizionata.


 


I figli si amano sempre e comunque.


 


Fin da piccoli li esortiamo a seguire la loro natura, le loro passioni, a


 


cercare se stessi. Quando ci confidano di essere omosessuali ,


 


ci stanno dicendo che è questo che sono, che è questa la loro


 


natura. Cerchiamo di essere coerenti. 'Sii te stesso' non


 


equivale a 'sii te stesso se segui ciò che piace a noi'.


 


 E' chiaro che non è sempre così. Sto facendo riferimento alle famiglie


 


con cui io parlo e che, essendo arrivate allo studio, manifestano una


 


sofferenza o un disagio.


 


Tanta è la paura del giudizio mio o degli altri, che nessuno mi


 


pone la domanda più importante: "Mio figlio cosa sta provando?


 


E' felice? E' sereno? E' questo che vuole?"


 


Perchè è questo che importante.Che la vita dei nostri figli sia come


 


loro la vogliono.


 


E noi siamo la loro 'casa'. Vi ricordate quando da piccoli giocavamo


 


 a nascondino? Gli altri potevano rincorrerci ovunque ma quando


 


toccavamo il luogo che avevamo stabilito 'casa', nessuno poteva


 


più toccarci. Un genitore è questo: casa. Quel 'luogo' in cui,


 


qualsiasi cosa ci succeda fuori, siamo al sicuro.


 


Per un figlio è devastante sapere che, invece, proprio lì, non


 


viene accettato.


 


E' comprensibile che un genitore provi confusione, che si senta


 


disorientato, a volte anche spaventato, perchè è qualcosa di nuovo,


 


magari di inaspettato. Ma nostro figlio è lo stesso di un attimo


 


prima che si confidasse con noi. E' la stessa persona, ha lo


 


stesso carattere, lo stesso sguardo. Non è 'cambiato'.


 


Ha lo stesso bisogno del nostro amore.


 


Abbiamo il diritto di preoccuparci, di avere dei dubbi. ma abbiamo


 


il dovere di non lasciarli MAI soli.


 


Non so se avete mai visto quel cartone animato ' Lilo e Stitch' che


 


oggi va di moda anche tra i ragazzi. In una scena, si dice che


 


la famiglia è 'il luogo dove nessuno viene abbandonato o lasciato solo'.


 


Un rifiuto da parte nostra, per un figlio è un dolore immenso.


 


A volte i ragazzi mi dicono ' se non mi accettano, cercherò


 


di farmene una ragione' , ma il loro sguardo mi dice che, si, si


 


andrà comunque avanti, la vita va avanti, ma il vuoto rimane, il


 


dolore rimane. A volte hanno attacchi di panico, crisi di pianto,


 


profonda tristezza. E' difficile dovere scegliere tra se stessi ed


 


i genitori. Non dimentichiamoci mai che, in qualsiasi situazione,


 


siamo una famiglia. Siamo confusi? Ok, capita, Siamo


 


spaventati? Capita anche questo. Non condividiamo?


 


Pazienza. Ma, in quanto famiglia, tutto si affronta


 


insieme.


 


Anche i nostri figli, crescendo, spesso non


 


condividono le scelte che abbiamo fatto. Ma loro ci


 


accettano, non ci rifiutano mentre, a volte, noi


 


genitori pensiamo di essere in una posizione di superiorità che ce


 


lo permette.


 


"Ci sono due lasciti durevoli che possiamo dare ai nostri figli.


 


Uno sono le radici. L'altro sono le ali" (H. Carter)



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