E' facile che i bambini facciano i capricci per ottenere qualcosa. Magari hanno visto un giocattolo che li colpisce o un pacco di caramelle al supermercato. E, di fronte al no dei genitori, cominciano ad urlare o battere i pugni per terra. Il genitore sa che non deve cedere ma spesso, per l'imbarazzo della scena che si svolge in pubblico o per la stanchezza o perchè non si vuole vedere il figlio che piange, si finisce per accontentarlo. E' chiaro che, ogni tanto, possiamo anche accontentare qualche capriccio, ma non deve essere un'abitudine o questa diventerà la modalità attraverso cui i nostri figli cercheranno di ottenere ciò che vogliono. La cosa migliore è lasciare che strillino o piangono. Smetteranno nel momento in cui avranno la consapevolezza che, in quel modo, non ottengono nulla. Ricordiamoci, se può essere d'aiuto, che il pianto da capriccio non esprime una sofferenza reale. E al bambino deve essere chiaro che sono mamma e papà a dare le regole e decidere. Questo insegnamento è importante per la sua crescita, non solo per la vita familiare. Un bambino a cui viene accontentato ogni capriccio sarà un bambino che pretenderà di essere accontentato anche nel rapporto con gli altri. La vita familiare è una palestra di vita sociale. Come diceva lo psicoanalista J. Bowlby : "E' all'interno della famiglia che il bambino impara cosa aspettarsi dal mondo"